UTO Swim Run – An Otillo Qualifier

UTO Swim Run- An Otillo Qualifier

(31.05.2015)

L’impatto con il porto di Nynashamms (Svezia) , dove alle 7 e’ fissata la partenza del battello per l’ isola di UTO non è’ decisamente dei migliori: mentre mi sporgo verso il mare impetuoso , affascinato dalla sua maestosità’ un vento assolutamente impietoso si impadronisce dei miei occhiali, improvvidamente indossati in una giornata che si annuncia nuvolosa, per posizionarli in acqua, a futura memoria!
Siamo già’ in viaggio, io e il mio compagno di squadra Giuseppe Ferrari, che subito ci sembra di essere fuori luogo , per calibro, oltre che per abbigliamento!
Attorno a noi, che indossiamo bermuda e felpina estiva, con un peso che in due non raggiunge i 130 kg, si sono accomodati gruppi di scandinavi, inglesi e anche russi, tutti enormemente grandi, tutti che mangiano, in un silenzio diffuso che segna l’ atmosfera di una realta ‘ che sarebbe atipica in Italia, dove e’ tutto chiasso e rumorosità ‘ eccessiva, e che invece segna la beltà’ della Scandinavia, silente e dolce, e perciò’ luogo naturale di meditazione, a volte anche di noia!

NewsExtra_41462Forse e’ per sconfiggere questa diffusa sensazione di pace, che al ns arrivo a UTO l’ accoglienza e’ la musica assordante di Van Halen, sicche’ ti sembra di essere ad un raduno metal di motociclisti, piuttosto che alla partenza di una gara di Swim Run , unica al mondo ed inserita tra le piu’ affascinanti da svolgersi in un giorno!
Il piatto di pasta in bianca farcita di tonno , abilimente preparato da Giuseppe e stivata nel bagaglio , alla terrona maniera, l’ abbiamo ben digerito, e siamo assolutamente carichi per questa avventura!
All’ ultimo momento , stante l’ esistenza di esercitazioni militari in corso, e la bassa temperatura, un tratto nuoto di 900 mt e’ stato sostitituito con quasi 2 km di corsa, sicche’ ci aspettano oltre 41 km di cui 37 trail in mezzo al fango, con arrampicate su scogli scivolosi, e 4 circa di nuoto in acqua che ci viene preannunciato avere 8/9 gradi …
Alle 10,20 precise il carrettino con due simpatici cani neri ed un fischietto danno il via alla terza edizione di UTO- Swim Run inserita nel circuito mondiale della specialità’.
Percorriamo il primo tratto run di 5 km con tutta tranquillita’, per lo più ‘ preoccupati dalla reazione dell’ impatto con l’ Acqua del mar Baltico, che ci aspetta presto al varco dietro l’ angolo. annunciandosi fredda e poco amichevole!
Abbiamo optato per la muta lunga, e siamo equipaggiati come da regolarmento, con tanto di pull Boy: sul retro di una delle palette per il nuoto Valentina, la compagna di Giuseppe, ha magistralmente inciso i tratti del percorso, quasi per vezzo indossiamo guanti in neoprene, mentre abbiamo rinunciato al camel bag, per non sovraccaricarci!
A fianco a noi corrono i diversi team di giganti del Nord, tutti alti, molti biondi, enormi e cattivi, compressi nelle mute, per lo piu’ di marca Head!

Abbiamo indovinato l’ abbigliamento, e gli allenamenti fatti al lago del Segrino con l’ occhio vigile degli amici Canzi e Ulacco, nonche’ il test della prova Illegal Race al lago d’ Orta, con Diego Novella and fiends , si manifestano per la loro efficacia positiva, quando ci accorgiamo che bastano poche bracciate per guadagnare posizioni :” che nuoto ghiacciato sia, allora!”
Non finiamo nemmeno di godere di questo primo inaspettato successo, che si appalesa la sua effimerita’, quando dobbiano superare diverse non annunciate difficolta’ , dovute soprattutto alla scivolosita’ degli scogli, all’ atto della uscita dall’ Acqua : ecco, iniziamo a comprendere le caratteristiche di questa gara, fatta di Inside e trabocchetti come collante al nuoto e alla corsa, insomma un percorso ad ostacoli, acqua – terra!

Il fango del maltempo , che sembra aver concesso giusto una breve tregua , ha reso ancora più’ impraticabile il precorso run, che è’ un vero e proprio trial, con tanto di arrampicate, rami di alberi da evitare, sassi, scogli che emergono improvvisamente, in un insieme di sorprese e pericoli, che forse avevamo sottovalutato, o che forse sono mirabilmente taciuti, per dare più’ lustro alla storia del finisher.
Abbiamo appena superato , invero a stento, il CUT OFF previsto a metà gara che si manifesta il dramma del mio compagno Giuseppe Ferrari, partito con tanto di febbre e malanno per non mandare a monte la ns gara, che è’ competizione in coppia: ecco che il suo volto assume sembianze di dolore, e comprendo come stia cessando l’ effetto miracoloso degli antibiotici di cui si è’ imbottito , tanto che lui quasi non riesce a parlare!
Ma non molla, il mio compagno, e corre nel fango, quasi barcollante, e nuota in mezzo alle onde, forte di una voglia estrema, quella di portare a compimento quella che per tutti , ma a questo punto per lui in particolare, è’ diventata un’ impresa.
Le salite sulle rocce, peraltro scivolose, mettono a dura prova braccia e ginocchia, mentre il freddo dell’ acqua ti scoglie del tutto, limitando ogni forza.

Stiamo correndo, o meglio stiamo cercando di non affondare nel fango che ti si incolla ,quando avvistiamo il mare: il tratto di nuoto che ci aspetta, non piu’ di 400 metri, ma da nuotare a tutta, per guadagnare qualche posizione. Ma ed ecco la sorpresa: non c’ e’ spiaggia, per entrare in Acqua , ne’ scoglio e/ o sassi da superare agevolmente, ci vuole il Tuffo, e Tuffo sia!
Mi faccio trasportare dalle onde del Mar Baltico, e lo faccio con piacere, nonostante la temperatura, nonostante il suo carattere agitato, e scopro che l’ Acqua di questo mare e’ dolce, e sembra quella di un lago, assolutamente diversa dal salino dei ns Mari, e mentre bevo nuotando non ho controindicazioni, se non diuretiche, ma va bene cosi’!

Sono gia’ diverse ore che siamo in ballo e abbiano perso diverse posizioni, Giuseppe sembra in pena, ma non demorde, rispondendo con cenni di assenso ai miei tentativi di incitamento!
E’ giovane il mio compagno, ma e’ uno psicologo ben formato, ed evidentemente sta lavorando con se stesso ora, per non mandare a monte tutto: chapeu!
Mancano solo 9 km e sto caricando moralmente Giuseppe, quando è proprio lui che deve darmi una mano per aiutarmi a rialzare dopo una scivolata sul fango maledetto: sembriamo disfatti, e siamo certi di essere ultimi, quando ci accorgiamo che dietro di noi c’ e’ qualcun altro, e la cosa ci carica, e andiamo, avanti così’!
All’ ultimo ristoro ci avvisano che manca davvero poco , sono passate diverse ore dalla partenza, ma ci siamo quasi , ancora un tratto di mare di 400 metri e l’ ultimo run di 600 metri, alla volta della fine!
Uno scoglio scivoloso improvvisamente emergente da terra provoca una maldestra caduta di Giuseppe, che per un pelo salva la testa!, ma il ragazzo è’ forte, e vuole finire, e si rialza e mi fa un cenno di Ok, e si va! Siamo a UTO , sulla linea del fisher io e Giuseppe Ferrari, team Swimmer Inside, unico e fiero team italiano, e dietro di noi c’è’ ancora qualcuno, e un quarto dei partenti si è’ ritirato , o non ha superato il cut off.

Siamo alla fine è gia’ desiderosi di raccontare il nostro stato di fisher a chi forse, vorrà’ esserci, dove noi ci siamo stati, e siamo con la mente ancora li, alla festa dello sport, dove il silenzio della natura ogni tanto si festeggia a suono di metal rock!, e tanta gioiosa pazzia.

Carlo Buono

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