“Eravamo quattro amici al bar” … ops! a Piacenza … inizia tutto con la frase “Emi la facciamo?”, questa volta pero’ al primo invito rispondo “non so”, si perche’ non ero convinta, poco tempo dopo la maratona di Roma, alzarsi molto presto e un insieme di pensieri che ti dicono Emi lassa sta’, poi ti arriva un messaggio su whatsapp e ti viene riproposta la domanda, con tutte quelle faccine sorridenti come quella a bocca aperta o con il simbolo della macchina fotografica per comunicarti che lei sara’ con noi e poi ancora un altro simbolo il piatto con il bicchiere per stuzzicarti con un pranzo e del vino … cosa si risponde con dei simboli cosi …
Maglia arancio e via per un avventura nuova, ogni volta un percorso diverso, ogni volta emozioni e sensazioni diverse.
La prima risata quando ci fanno parcheggiare davanti a un cancello con la scritta “riservato ai cani”, ma io dico aspettavano noi … poi la preparazione, Giuly che guarda la cartina del percorso per individuare i punti strategici e cogliere il meglio delle nostre facce, Romeo che si cambia le scarpe come un vero runner , io e Tizzi che sistemiamo il pettorale, due parole qua, due parole la, una foto qui una la’ e … puff sei in griglia di partenza e quel che ricordo e’ solo il countdown.
Raccontare la gara … nooo non ero convinta prima, non lo ero durante e nemmeno dopo, ma e’ stato stupendo perdermi con i miei pensieri in quei km dove non mi interessava correre ma solo partecipare, pero’ posso raccontarvi di quell’incontro al 20 esimo km con lei, la nostra Giuly pronta a cogliere lo scatto del finisher e stupita quando mi vede camminare, perche’ lo so che non se lo aspettava, avrei voluto io in quel momento cogliere l’espressione meravigliata, di chi immortala le nostre corse e qui non ci sono scuse ma mi hai preso sicuramente.
Bellissima l’espressione degli amici che ti vedono tagliare il traguardo; e come quando apri il vasetto della nutella, fino a un attimo prima non sai quanta ce ne sia dentro e di conseguenza non sai quanto gioire, si perche’ loro son li che aspettano un tuo piccolissimo cenno di soppravivenza, prima di venirti incontro sorridendo.
Concludiamo la giornata con un ottimo pranzo in una tipica trattoria del posto, sorpresa nel vedere che l’antipasto viene servito su fogli di carta oleata come il salumiere di fiducia di mia mamma; e che il vino si sorseggia in scodelle bianche, come quelle dove bevevo il latte da piccola; e da qui lo spunto per ognuno di noi nel raccontare usanze e stili dei nostri nonni una parte della nostra vita condivisa proprio come si raccontano “quattro amici al bar”.
Emi detta cimetta perche’…CI-MET-TO del tempo ma arrivo sempre…
Le foto di Giuli
Comments
1 commentoRomy
Mag 11, 2016Che dire… Emy ha detto tutto… essere parte di un gruppo sia quando siamo in tanti, sia quando siamo “quattro amici al bar” è questo… correre insieme… gioire insieme… ridere insieme… anche quando la giornata “podismo” non va per il verso giusto… ma… poi inizia la giornata “cazzeggio” ed è tutta un’altra cosa… Grazie Emy, Tizzi e Giuly… alla prossima.