Per valutare la fluidità di un vino bisogna osservare il modo in cui scende nel bicchiere, ma soprattutto gli “archetti”, ovvero le curvature conseguenti alla formazione delle “lacrime” dovute alla presenza della componente alcoolica (etanolo) e polialcoolica (glicerolo).
Sarà quindi proprio in base alla fittezza, regolarità e velocità di discesa delle lacrime che potremo stabilire il grado alcoolico più o meno elevato di un vino.
Facendo quindi roteare il vino nel bicchiere potremo osservarne la sua fluidità, che viene classificata nel seguente modo.
Fluido: si dice quando, versandolo nel bicchiere, il vino scende come si trattasse di acqua surgiva. Questa caratteristica si valuta solitamente come una caratteristica negativa. Indica una mancanza di alcooli/polialcooli, quindi di corpo.
Poco consistente: è la tipica caratteristica di un prodotto che possiede una struttura debole.
Abbastanza consistente: è un vino che scende nel bicchiere con moderata scorrevolezza ed è tipico dei vini in cui il rapporto morbidezza/durezza è in equilibrio.
Consistente: in questo caso il rapporto morbidezza/durezza è a favore della prima. Questa caratteristica è confermata anche dall’esame degli archetti, fitti e regolari e, talvolta, dalla presenza di zuccheri, come nel caso dei vini passiti. E’ generalmente considerato un pregio.
Viscoso: è un vino che scende nel bicchiere in modo “pesante”, quasi si trattasse di un sciroppo. Solitamente viene considerata un’anomalia, eccetto che per i vini bianchi “muffati” come i Sauternes o il rosso Banyuls.
Siamo ora in grado di effettuare la terza classificazione richiesta dalla scheda A.I.S.
Nella prossima puntata (1.D) analizzeremo l’effervescenza di un vino.