Metti un normalissimo giovedì sera al Gerbone, tu arrivi e qualcuno dice: ” c’è una mezza a Marrakech e c’è anche la maratona, ci andiamo? ”
E da lì comincia la nostra ultima trasferta podistico-cazzeggiante.
Paura, frenesia ed entusiasmo si mescolano, l’emozione sale e lo speaker annuncia il volo: si parte!
Già in aereo dimostriamo di essere un gruppo fuori dagli schemi occupando il corridoio per scambiarci “due chiacchiere”.
Arriviamo a Marrakech e sinceramente il primo impatto è molto forte, ti trovi dopo 3 ore catapultato in un’epoca ed un mondo completamente diverso da quello in cui sei abituato a vivere!
Ed eccoti ad utilizzare tutti i sensi che ti sono stati donati: con gli occhi scruti ogni movimento, le narici si riempiono di tutti gli odori sgradevoli e dei profumi delle spezie esposte, con le orecchie ascolti le percussioni e i suoni degli incantatori di serpenti, a cena gusti sapori quasi sconosciuti in cui il cumino la fa da padrone e con le dita inumidite verifichi che il rossetto berbero davvero cambi colore …
I suoni, i profumi, il folklore, le danzatrici, le scimmie, i serpenti, il ciacolio della piazza e i suoi colori, per non parlare delle trattative per acquistare qualsiasi cosa (divertenti ed estenuanti) …
Questa è Marrakech.
Eviterei di raccontarvi la giornata del sabato, trascorsa a visitare fantastici palazzi, tombe Saadiane, a gustare salumi, formaggi ed uno splendido prosecco servito a temperatura perfetta che il carissimo Lollo ha portato con sé nel suo bagaglio da stiva utilizzato completamente per fini culinari, a cui ha fatto seguito un’ ottima cena allietata da danza del ventre perché, anche se il giorno dopo è prevista una prestazione sportiva, il cazzeggio ha decisamente la priorità e arriverei alla domenica mattina, il momento della mezza!
Anche il mondo dei corridori è meravigliosamente strano; correndo con la sorridente Angela mi rendo conto che a fianco mi posso trovare il runner occidentale che indossa una maglia in tessuto tecnico, booster e scarpe di nuova e rivoluzionaria creazione che ” con il superammortizzatore creano una spinta del piede tale da farti guadagnare un secondo ogni 10 km”, oppure il coureur di Marrakech con maglietta di cotone indossata sopra una tuta di felpa e scarpe tipo Superga, o ancora la splendida donna che corre con abito sopra i leggins, velo e cappello …
Eppure anche loro corrono come noi runners occidentali, ed anche di più! Sarà merito del superammortizzatore o della volontà che è riposta in ognuno di noi?
E cosa dire dei bambini che con gli occhi che sembrano bonbon di cioccolato fondente allungano la mano, ti applaudono ti sorridono e gridano: “allez, allez, courage!!!”, e delle donne la cui femminilità è completamente oscurata da vestaglie in pile peloso, prevalentemente con stampa animalier, velo che a volte lascia scoperti solo gli occhi, guanti che coprono anche la pelle delle mani che urlano “et voilà les filles, allez, allez, les filles!”
I loro occhi sorridono e ti lasciano spazio per pensare …
L’organizzazione della corsa è anche in stile un po’ approssimativo, tanto che alcuni di noi hanno trovato i ristori completamente spogli di ogni cosa, anche di bottigliette d’acqua, indispensabile durante la mezza con 15/18 gradi di temperatura …
E a tal proposito noti una bimba che raccoglie le bottigliette buttate dai runners e con l’acqua rimanente ne riempie di nuove per sé, ma questa non si chiama avidità … solo povertà!
Va bene, siamo arrivati tutti, sia i 15 mezzi maratoneti che i due maratoneti veri che hanno corso circondati anche da palme e dromedari!
Credo che anche in questa mezza avremmo potuto vincere il premio come gruppo italiano più numeroso, forse combattuto con il gruppo di Terni!
Cosa si fa normalmente dopo una corsa se non un salto rigenerante in uno splendido Hammam marocchino?
Anche questa è stata un’esperienza unica, come per me l’escursione a cavallo del dromedario e tutto quanto ho provato durante questo splendido week end , breve ma molto, molto intenso.
Vorrei ringraziare tutto il gruppo Kasbah ed il gruppo Maison Rouge (i due riad che ci hanno ospitato all’interno della Medina) e soprattutto il nostro Max che ci ha organizzato, accompagnato ed aspettato in ogni momento! (e potete immaginare come siamo noi donne all’interno di un Suk, mercato con migliaia di bancarelle che vendono tutto ciò che ci incuriosisce).
Vi vorrei regalare un’ultima fotografia che mi ha fatto pensare: immaginate un’anziana donna che, seduta a terra, chiede l’elemosina; un folto gruppo di arancioni con i loro trolley le passa davanti … la donna guarda il gruppo e scuote la testa con un’espressione che mi è sembrato volesse dire: “ecco, un altro gruppo se ne va… Io invece resto sempre dentro le mura”…
Saliamo sull’ultimo grande taxi e il commento unanime è … “Peccato, ormai ci eravamo abituati a tutto quanto ci aveva mal impressionati all’arrivo… Marrakech ci mancherà già stanotte” ed è veramente così!
Sempre più contenta di far parte di questo splendido mondo Arancione, semplicemente Ciao e Grazie!!!!
Cinzia