Gita P&C a Genova 12/13 aprile 2025 – Mezza Maratona / Corri Genova
Balconi che si sporgono a lambire l’autostrada. Blocchi di cemento dalle forme disperate, aggrappati alle colline, che ti osservano avanzare tra curve strette e gallerie. Allontanano e creano pregiudizi. La città è anche questo, ma non solo. Il “foresto” che attraversa questa immagine di falsa desolazione, prosegue altrove. Si ferma solo se ha prenotato un traghetto o una visita lampo all’acquario.
Compra la focaccia e il pesto, che crede rappresentino l’unico souvenir possibile della breve permanenza. Meno di una calamita da frigo che, almeno un po’, rimane in vista.
Spero di riuscire, nel mio piccolo e con il mio grande orgoglio di sentire la città ancora come mia, a far cambiare idea.
Maurizio è in sofferenza da subito. Guardato a vista dal Doc che non lo molla un attimo. Anche Mimmo e Alessandro gli fanno da angeli custodi. Il programma è impegnativo, ma Maurizio ha la scorza dura.
Parcheggiamo in hotel con bagagli in auto per arrivare in tempo all’irrinunciabile vista all’acquario. Ce la facciamo con un po’ di affanno. Claudia e Gianfranco ci raggiungono. Abbiamo optato per fare la visita guidata e la scelta, a mio avviso, paga. Ci poniamo il quesito se la guida sia una biologa e non una semplice operatrice turistica. Risponde con grande sicurezza a ogni quesito. Macchia, però, la sua entusiastica ed entusiasmante eloquenza confessando la sua fede genoana …
Usciamo stanchi e affamati, ma i tempi sono stretti. Riusciamo a placare i morsi della fame con qualche pezzo di focaccia. Ci aspettano la guida Anna e il gruppo delle Gemelle che si uniscono a noi per la visita guidata dei palazzi nobiliari e del centro storico. La voce calma e aggraziata di Anna ci accompagna per le tre ore e mezza del tour. La stanchezza avanza, ma il tempo per un aperitivo dobbiamo trovarlo. Il mio lato nostalgico mi spinge a far camminare ancora il gruppo. Non posso esimermi dal tornare sotto le gru del molo vecchio. Sono ancora quelle di quando, con folti riccioli e molta insicurezza, frequentavo la banchina chiedendo per favore ai “camalli” che stavano rudemente caricando le nostre minuscole navi. Nascondo la lacrimuccia, ma non credo le emozioni. Intanto la Samp vince. Lo vedo sbirciando il telefono.
Propongo di assaggiare lo spritz genovese. Peccato che in quel bar non abbiano il Corochinato.
Grave mancanza.
Domani dobbiamo correre, ma, da quello che mangiamo e beviamo al ristorante del Lido, non sembrerebbe proprio. Maurizio, addirittura, assaggia il fritto tra lo sconcerto di tutti. Ci sta ancora una breve passeggiata a Boccadasse prima di rientrare a far riposare le membra esauste dagli impegni della giornata.
E fu sera e fu mattino. Colazione. Mi imbuco anche io nonostante abbia dormito a casa. Dovremmo immortalare un gemellaggio con una foto di gruppo con Zena Runners. Dal bigo alle ore otto e mezza. Arriviamo che sono già tutti a scaldarsi. Peccato. Noi non ci scaldiamo, tanto le nostre velleità sono di sopravvivenza. Piove il giusto. Quel velo d’acqua che ti rinfresca e ammorbidisce la fatica. Arriviamo tutti in fondo. Il Coach, si sa, trova sempre il modo di adeguare il percorso. Anche stavolta. Integerrimo, però, si leva il pettorale.
Doccia in hotel. Ci separiamo. Alcuni preferiscono girovagare malgrado il tempo non sia quello sperato. Altri pranzano al Cadraio perché rimane da assaggiare il cappon magro. Chi non lo conosce non sa cosa si perde. La giornata passa rapida. Quasi come le corse degli ascensori che ci portano a Castelletto. Il tempo di godere il panorama e assaggiare il semifreddo alla panera. I ringraziamenti che mi arrivano dal gruppo mi confermano che la città si sia fatta scoprire anche da loro. Oltre i pregiudizi.
Giorgio Picasso