La comunita’ montana di Carcoforo ha potuto conoscere le truppe arancioni che si sono fatte distinguere per il numeroso apporto alla ciaspolata di domenica mattina.
Oramai non vi sto piu’ a raccontare del viaggio di andata/ritorno . Abbiamo raggiunto un grado di professionalita’ nella gestione dei viaggi fuori porta , che siamo invidiati da qualsiasi corpo di spedizione militare.
Anche le sigarette previaggio della bionda Zia, sono state ridotte al minimo indispensabile, per non rallentare le operazioni di imbarco del contingente.
Il guidatore del bus ha superato brillantemente il test attitudinale, dimostrando i requisiti necessari imposti dalla curia ,dopo che l’ultimo suo collega era stato posseduto dal demonio, nel corso dell’ultimo viaggio in terra toscana.
Dopo che le strette curve hanno messo ha dura prova i nervi di tutti ,la giornata da cartolina della valle piemontese ,ha rilassato il branco e ha fatto da cornice alla nuova avventura.
In effeti di avventura si e’ trattato,visto che prendere confidenza con i nuovi attrezzi sportivi,non e’ stata ,per alcuni cosa facile.
Potete ben comprendere che infilarsi ai piedi trappole in plastica , serrare lacci e controlacci con mani frementi dal freddo,alzarsi e mantenere una parvenza di tranquillita’ non e’ cosa facile.
Si puo’ dire di tutto di noi podisticazzeggianti, certo pero’ che non siamo gente che molla facilmente la presa!
Cosi’ dopo una breve collutazione con gli infernali attrezzi,siamo riusciti a portarci sulla line di partenza.
Tutti ,ma proprio tutti hanno messo in campo le doti fisiche aquisite nelle non competitive domenicali.
Dopo pochi metri il nuovo attrezzo ha cominciato a essere apprezzato da tutti i vostri compari.
Effetivamente le trappole plastificate hanno un loro fascino ,non scappano via nelle discese ghiacciate, non deludono nemmeno in salita ,aiutando chi ci viaggia sopra ad affrontare erte innevate.
Il percorso era ben battuto , e cosi’ piu’ di un’orange si e’ lanciato nella corsa con ai piedi le “pattine” di plastica ,unendo lo sport amato con la nuova scoperta.
Unico neo il rumore che all’inizio della galoppata poteva risultare fastidioso.
Essendoci poca neve sul percorso,il fondo risultava molto duro ,e le ciaspole di tutti,sbatacchiando allegramente,creava un suono poco armonico.
Mano a mano che il gruppo si allungava pero’,ritornava un minimo di tranquillita’ , e crescendo la confidenza nell’attrezzo si poteva gustare lo spettacolo del posto illuminato dal sole di ordinanza.
I cinque kilometri della corsa venivano percorsi in poco tempo , e penso che piu’ di uno di noi,avrebbe continuato la marcia sulla neve.
Pero’ il desiderio di allungare la fatica e’ stato dimenticato allungando le gambe sotto il tavolo, posto che ben racconta le gesta del popolo P&C.
Polenta d’ordinanza formaggio locale e vinello delizioso facevano dimenticare la fatica.
Formaggio che era causa di un piccolo assembramento davanti al compassato ambulante,che con la sua flemma,creava qualche intoppo alla viabilita’locale non pronta al caos cittadino.
Per smaltire il delizioso rancio qualche ardito intraprendeva il giro turistico del paese,entrando in contatto con la popolazione locale. Scambi di opinioni sul momento attuale dava modo di conoscere la mentalita’ valligiana.
Nelle seconde ore del pomeriggio i capogruppo riportavano sul torpedone il gregge di ciaspolatori. E mettendo a repentaglio le vesciche dei piu’ si rientrava alla base senza neanche una breve sosta.
P.S penso che molti di noi vorranno rimettere ai piedi le trappole plastificate, e penso che in neve fresca la cosa sia ancora piu’ divertente,che dite ci riproveremo un’altra volta?