Noi Orange a Marrakech

Siamo arrivNewsExtra_54942ati guardandoci intorno preoccupati della serie “ma dove siamo capitati ?” e siamo ripartiti con una malcelata e comune malinconia, perché Marrakech è così: piangi quando arrivi, ma soprattutto piangi quando parti.
Prima regola del Marocco: ogni acquisto di beni o servizi va contrattato.
Infatti, atterrati all’aeroporto La Menara, giusto in tempo per goderci il nostro primo tramonto africano, ci dirigiamo verso il primo ufficio con la scritta CHANGE.

Ora, ditemi voi in quale altro angolo della Terra il cambio con la valuta locale viene fissato dopo un’estenuante trattativa ! Unendo le forze ci siamo accordati cambiando € 800 con uno sconto del 4%…
Idem all’uscita: non esiste una tariffa dei taxi per portarti in centro alla città, ma anche qui la corsa viene contrattata in base all’orario, alla grandezza della vettura, alla nazionalità e alla simpatia del passeggero.
Apro una parentesi sui taxi di Marrakech. Ce ne sono di due tipi: i “petit-taxi” che portano rigorosamente solo 3 passeggeri e i “grand-taxi” (solitamente Mercedes di quarta mano) dove ho visto viaggiare famiglie di 8 persone più l’autista.NewsExtra_54943

E qui inizia l’avventura. Chi si aspettava di arrivare in un lussuoso resort circondato da verdeggianti giardini con solerti concierge pronti ad accoglierci è rimasto sconcertato nello scoprire, invece, che il riad nel quartiere la Kasbah nel cuore della Medina si raggiungeva percorrendo stretti e polverosi vicoli dove si affacciavano anguste botteghe di ogni genere: spezie, verdure, frutta, carni macellate e polli appesi in bella mostra …
Lo sfrecciare continuo di bici e motorini rendeva poi il tutto alquanto irreale e inquietante.
E qui devo aprire un’altra parentesi. Il gruppo “Kasbah” è stato inconsapevolmente baciato dalla sorte rispetto al gruppo “Maison Rouge” grazie alla presenza del mitico cambusiere Lollo che aveva portato dall’Italia una valigia piena di ogni nostrana delizia: salumi, formaggi, magnum di spumante …

NewsExtra_54944Ogni occasione era quindi buona per ritrovarsi nel cortiletto a fare merenda con il solerte Mohamed che si precipitava ad acquistarci pane e verdura ad ogni nostra richiesta, e poi a prepararci l’immancabile thè alla menta (te lo offrono dappertutto e per noi era ormai diventata una droga).
La presa di possesso delle camere avveniva nel tipico stile anarco-orange, eccezione fatta per i teneri coniugi Forasacco ai quali il gruppo ha generosamente ceduto la suite imperiale sulla terrazza.

 

Il resto del nostro soggiorno nella città rossa è già statoNewsExtra_54983
ottimamente descritto da Cinzia e Francesca per cui riporterò solo le mie emozioni provate durante la mezza.
Non dimenticherò mai lo splendido scenario che si apriva lungo il percorso, non dimenticherò mai la folla festosa ai lati della strada che ci incitava con grida e applausi, ma soprattutto non dimenticherò mai le migliaia di bambini entusiasti che allungavano la mano per batterci il cinque.

Personalmente non amo le distanze oltre i 15 km ma per una volta non ho sentito la fatica e avrei voluto che questa corsa non finisse mai.
Grazie Marrakech !

Max

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