Oramai il “virus” del trail è dilagato tra gli Arancioni, tanto che domenica 13 Novembre si sono create ben 2 delegazioni alle manifestazioni in programma. Il mio gruppo, a maggioranza femminile (!!!), aveva deciso di optare per Santa Margherita e i sentieri del Monte di Portofino, mitico trail tanto decantato di chi aveva già calcato quei tracciati in terra ligure. Trasferta da farsi in giornata, tanto non è molto lontano e tutto sommato si può fare senza problemi..almeno così si pensava. Partenza ore 6:00 da largo giardino, arrivo previsto ore 8:30, acquisto cartellini e partenza corsa ore 9:00. Tutto perfetto sulla carta, ma la teoria è una cosa e il cazzeggio è un’altra. Ore 6:20, ci siamo tutti tranne uno. che si fa? Paola sfodera il suo cellulare et voilà, parte la telefonata a casa, mentre il resto del gruppo parte per verso la meta prefissata. Viaggio tranquillo, sosta all’autogrill per la colazione, tutto sembra filare alla perfezione, in più il tempo è perfetto, la giornata è splendida: cielo limpido, temperatura intorno ai 12°C, aria fresca. Sono le 7:30 e tutto va bene. Arriviamo a Santa Margherita e già si ravvisano i primi ritardi, mentre cerchiamo il parcheggio indicato dall’organizzazione, sul lungomare e nel borgo si vede il fermento dei podisti che si riscaldano, ritirano il pettorale (era in programma anche la gara competitiva), si muovono verso la partenza, e noi dobbiamo ancora parcheggiare, cambiarci, prendere la navetta per arrivare in paese, lasciare le borse al palazzetto e iscriverci alla corsa.. Siamo gli ultimi a salire sul trenino per le escursioni estive dei bambini (questa era la navetta) che ci porta al deposito borse. Un po’ di concitazione e alla spicciolata ci spingiamo sotto il gonfiabile della partenza, sono le 8:55, non siamo all’auditorium delle iscrizioni e non abbiamo ancora il cartellino. che dire. Come al solito siamo gli ultimi, con gran confusione riusciamo ad impossessarci dei pettorali e tutti in gruppo, o quasi – 4 donzelle arancio hanno pensato bene di essere puntuali e seguire la massa – ci avviamo alla zona partenza. Sono le 9:20, abbiamo solo quei 20 min accademici di rito!! L’organizzazione sta smantellando tutto, l’arco gonfiabile non c’è più, gli altoparlanti pure, solo una signora impietosita ci indica dove dirigerci per iniziare la nostra corsa. Avevo deciso di fare “Ritorna la più bella”, è il percorso lungo, abbastanza impegnativo ma molto molto bello. Gli scorci che si aprono sul mare e sulla costa sono mozzafiato, complice il cielo azzurro e il sole. Attraverso la pineta che conduce da Portofino vetta a San Rocco, attraverso la pineta si vede Camogli e tutto il golfo del Tigullio, poi si scende (quasi in picchiata) verso San Fruttuoso. Non c’è praticamente nessuno, la spiaggia è vuota, il mare è cristallino e l’Abazia ha un che di eremitico. Da qui si riprende la fatica una salita verticale, poi in costa, questa volta affacciati verso levante, nel mare le scie delle barche e poco altro, sul sentiero il mirto e tutta la vegetazione mediterranea ancora verde. E’ veramente uno spettacolo. I sentieri continuano ma finalmente si ritorna sul citolato iniziale, questa volta in discesa. Lascio andare le gambe e mi trovo sul lungo mare di Santa Margherita, vedo l’arco blu dell’arrivo e le grida delle mie compagne Arancioni che sono lì e mi incitano nell’ultimo tratto, è finita. Sono passate quasi 3 ore e mezza, tanta fatica ma è stata proprio una bella corsa. Dopo tanto tempo anch’io sono riuscita a parteciparvi!! Mi guardo intorno e non vedo Franco, credevo mi aspettasse all’arrivo, dopo la sua performance sul percorso da 12km, invece non lo trovo. Mi avvio al palazzetto e anche lì, di lui nessuna traccia, che strano. A questo punto parte la telefonata e scopro la triste novella: alla Nene è sparito dalla borsa la bustina contenente le chiavi del’auto, la patente e altri effetti personali (le sigarette sono salve!!) e Franco è con lei a cercare di ritrovare questi effetti personali. E ora, che si fa?? Parte la telefonata a casa e il Pantini parte alla volta della Liguria con il mazzo di chiavi di scorta. Grande Panti!!! Nel frattempo la compagnia degli arancioni si è ricompattata, tutti hanno finito la corsa e ci si ritrova dal mitico Pezzi: gambe sotto il tavolo e, come sottofondo discorsi dietetici, passano trenette al pesto, pesce spada, polipo, salmone, vedure ripiene, e dolci ipercalorici. Una breve attesa sulla spiaggia, baciati dall’ultimo sole invernale e il Pantini è arrivato, gli equipaggi sono pronti per rientrare. Mi metto alla guida e ci dirigiamo verso casa, oramai è buio. Giornata movimentata – e se non fosse così non sarebbe da Podismoecazzeggio – l’augurio è che il prossimo anno la corsa parta alle 9:30!!!