Prosecco e amaretti

Ringraziando i miei piedi in quarantena ho evitato sfacciatamente di essere coinvolto come partecipante alla ventottesima edizione della 24 ore Saronnese. Ma non potevo certo rinunciare a passare con i miei compari un po’ di tempo, così mi sono messo a disposizione del mitico Cobra, per prestare servizio di assistenza a una delle tre squadre targate P&C Podismoecazzeggio Asd.

E’ stato organizzato tutto professionalmente dall’ottima compagine, non si e’ badato a spese con un ottimo catering , un’ottima location ed una leggera e rinfrescante pioggerellina che ha fatto compagnia a tutti i runner.

Oddio, pioggerellina è per essere un po’ ottimisti, diciamo che al via della manifestazione le condizioni meteorologiche hanno dato il loro contributo per cambiare una gara podistica in una gara di nuoto!

La repentina voltura non ha preso in contropiede i nostri previdenti capi tribù che hanno estratto dal loro cilindro magico rispettivamente: gazebo ,ombrelli, cerate, carte assorbenti,salvagente e braccioli vari.

Così , come se niente fosse , si sono susseguiti sul palcoscenico gli atleti orange ed i colleghi delle altre società iscritte.

Il primo a prendere il via e’ stato il novello sposo che , lasciando a casa per poche ore la novella, ha inanellato con allegria i primi giri della pista. Con allegria , si diceva , perché la sua ininfluente chioma non lo preoccupava per l’eventuale asciugatura. La sua prima ora di corsa indicava così la scia per gli altri che di li a poco avrebbero seguito il suo esempio natatorio e tutti i soci ed ospiti p&cissini si sono dati il cambio nelle ore a venire.

Io come vostro umile cronista posso certificare che ognuno ha dato il meglio di se per far ben figurare le tre compagini. Ogni atleta aveva la sua routine per affrontare la tensione che comunque, in situazioni del genere , può presentarsi. Anche piccoli problemini movimentavano le performance: uno dei piu’ giovani del branco, tale Simone da Jerago, si faceva notare per la sua fermata ai Box per sostituire le sue inadeguate scarpe che gia’ dopo pochi giri gli avevano procurato dei fiacconi da catalogo medico.

Ma le ore notturne erano quelle che davano un certo non so che di epico alle fatiche degli atleti. Al calar del sole e accompagnati sempre da quella allegra pioggia di pocanzi la tensione saliva di tono. Cosi la taciturna Mire si presentava sul palcoscenico della sua fatica ,ben tre ore prima del via, affermando di non aver potuto chiudere occhio in attesa della tenzone.

Cosa non confermata dal suo affettuoso figliolo li presente che affermava, candidamente, che al suo rientro a casa aveva trovava la nutrice beatamente ronfante. Si … parlava nel sonno ma quella e’ comunque la sua caratteristica principale anche diurna.

A notte fonda tutte le persone si rivelano meno prevenute lasciandosi andare a confidenze più intime, così più di un astante poteva venire a conoscenza del fatto che, dopo la doccia, e per una deplorevole dimenticanza, il socio Franco R. dichiarava ai più di aver dimenticato le mutande a casa, offrendo le sue terga al freddo umido della notte. E quando la notte si fa dura i duri cominciano a nuotare, pardon a correre!!

E così ecco apparire la coppia Pez , lui in compagnia del suo invidiosissimo tatuaggio a tutta coscia, lei con treccine da vetrina. Gli atleti in arancio si facevano notare per la qualità delle loro gesta ma non solo; dopo essere tornata in borghese la nostra Katia infatti, si faceva notare sotto le luci artificiali anche per la mise non trascurabile, tanto che gli atleti che correvano in pista in quel momento si procuravano dei fastidiosi torcicolli per non perdersi un occhiata più profonda a bordo pista !!!! Ad essere sinceri penso di aver anche capito perché i partecipanti alla manifestazione si presentavano ore prima dell’effettivo cambio, il motivo era li davanti ai miei occhi, ma certo: … la nostra cucina sempre aperta che forniva pregiati piatti!!

Veramente la cucina era già entrata in gioco fin dalle prime con la scusa di un fugace aperitivo che si sarebbe prolungato fino la mattina della domenica con letali conseguenze sul fegato dei più assidui.

L’apoteosi si sarebbe comunque raggiunta nella notte più profonda quando le Gemelle, in compagnia della Mire, avrebbero dato fuoco alle polveri presentando, oltre a deliziosi primi, anche delle acciughe in salsa verde da lasciare a bocca aperta sia per la bontà che per l’aglio al loro interno.

Un curioso episodio dava conferma sulla qualità dei piatti; verso la mezzanotte un assiduo frequentatore dei tavoli arancioni doveva tristemente prendere il via della sua frazione, pagando di li a poco la sua presenza ad ogni brindisi. Dopo qualche kilometro e dovendosi rinfrescare mi chiedeva di passargli del prosecco ma consigliato dai più optava per una più sana minerale naturale.

Il problema e’ che dopo un paio di rifornimenti non ero più io che ,seduto a bordo pista, portavo la borraccia all’atleta “corrente” in pista ma viceversa, era l’atleta che veniva da me. La cosa non mi dispiaceva visto che anche io cominciavo a sentire la fatica dell’evento e del prosecco. Quello che ha lasciato basiti gli astanti e’ stato quando l’etilico runner si prendeva beffe degli avversari sedendosi sulla mia sedia a bordo pista per rinfrescarsi senza fretta. Alla richiesta di spiegazioni il disgraziato rispondeva ai presenti che lui non riesce a bere mentre corre ” perchè se no mi viene il singhiozzo!”.

Dopo questo episodio e dopo un breve ma feroce battibecco pubblico con la Sabbry perché , a dire di quest’ultima, non avrei dovuto incoraggiarla bensi’ sostituirla nella sua fatica ( … cara ragazza questa Sabbry ma che caratteracciio!!!! adesso capisco perché le assicurazioni sono sempre più care!!!!!!!!!!!! … questa la capiamo solo io e suo marito), dicevo ,dopo questo episodio mi ritiravo in un angolo a rimirare gli atleti che giravano in pista, notando cosi la differenza tra lo sport che fanno certi dotati atleti e quello che spaccio io in famiglia. Spero che la moglie e il figlio non li vedano mai correre se no che gli racconto!!!!

Passavano le ore e sulla passerella della gara si presentavano tutti i soci e amici della P&C; anche il Presi prendeva parte al gioco e il cigolio sinistro delle sue giunture era coperto dalle grida di incoraggiamento del numeroso pubblico presente. Intanto la feldmarescialla Pao continuava a gestire senza timore la situazione alimentare della spedizione e in un momento di tranquillità si dichiarava grata e felice di tutte le sue compagne di avventura.

Anche gli eroi ( e gli uomini di una certa età) hanno bisogno di riposo e nel profondo della notte alcuni dei nostri si prendevano una pausa. Chi si era organizzato come Franky ,che avendo modificato la sua auto in una palazzina a due piani poteva riposare senza problemi, oppure come il console Vale che si rintanava in un angolo del camper messo gentilmente a disposizione dall’assente Camionista, o come il sottoscritto che si rintanava come un criceto nell’auto sicuramente non disegnata alla bisogna.

Quei pochi minuti di riposo ,infatti,sono rimasti impressiti a fuoco sul mio viso ,dato che appoggiandolo sul volante ho stampato il logo della casa costruttrice in mezzo agli occhi!!(spero, se non in una sponsorizzazione ufficiale, almeno in qualche benefit).

Alle seconde luci dell’alba si presentava allegramente l’ennesimo temporale che minava la fiducia del VicePresi Giorgio il quale, con una sofferta decisione, dava il via allo smantellamento del campo profughi , quello che erano diventati ormai i tre gazebo con i colori arancio.

Con un’ultima levata di calici in onore di non so più chi ci si avviava a rinfrancare gli ultimi staffettisti che erano tornati ,come i primi loro compari , a misurarsi sia con il cronometro che con gocce sempre più grosse e fastidiose. La fine dell’avventura in quel di Saronno mettetecela voi, io e il mio amico Marzio siamo provati e ce ne torniamo a casa ,lui con il suo singhiozzo io con le banane salvate biblicamente dalla furia delle acque!!!!!!!

Si ringrazia della partecipazione a questo film … i nomi ce li metti tu Mimmo?

WILLY

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