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Quando non frequenti gli ospedali e non ci sei mai stato da degente e neanche ci sei nato ( una volta si usava credetemi) puo’ capitare di finirci proprio da degente .
E’ capitato anche a me,mannaggia ! Entrare la mattina del ricovero non é poi cosi traumatico ,ti porti dietro il trolley e sembra che devi partire per una vacanza. L’illusione dura poco giusto il tempo di avvertire l’odore di disinfettante e notare troppi camici verdi al posto di bikini e pareo.
E quando ti assegnano il tuo lettino realizzi che sei li per altri scopi sicuramente meno vacanzieri. Parlare con la caposala ti riporta sulla terra anzi in ospedale,professionalmente chiede i tuoi dati,e tu sei orgoglioso di rispondere tutto senza sbagliare nessuna risposta,o quasi..
Finito l’interrogatorio ,cominci a comportarti da bravo degente.
Cosi’ ti sdrai sul lettino e cominci a cercare di fare passare il tempo che ti divide dai chirurghi che ti guarderanno dentro.
In certe occasioni riscopri il piacere di confrontarti con le parole crociate della” settimana enigmistica”, che solo in queste e altre rarissime occasioni hai aquistato.
Vuoi mettere la libidine di unire i puntini e vedere apparire disegni semplici e sempre vari. Passare a curiosare il sempre piacevole,”forse non sapevate che” ti lascia notizie da giocarti al bar con gli amici. E la pagina di ” Quesito con la Susy ” é la parte che amo di più ,anche se non sono mai riuscito ,negli anni, a risolvere nemmeno un quesito!!!
Tra poche distrazioni e noiose ore di letto arriva pero’ la mattina dell’operazione .
Tocca a te stavolta !!!!;;!
Indossare il camice usa e getta ha un quel non so che di erotico,la trasparenza lascia intravedere un petto e un ventre bianco e glabro che ricorda molto un tacchino pronto per il forno la mattina di Natale.
Ben rasato pero’,perché la sera precedente al ricovero ,con l’aiuto del figlio maschio ( anche l’unico) e’ stata svolta ,come richiesto dalla caposala,l’operazione potatura peli.
Dopo aver scartato l’ipotesi suggestiva di passarmi sopra il gas acceso ,l’erede dei mie debiti,mi consigliava di usare una crema depilatoria.
Crema che risultava molto efficacie,tanto da lasciare il petto irsuto,libero da ogni pelo ,ma lasciando a chi rimirava tale risultato ,la visione di un tacchino poco sopra descritto.
Ma torniamo all’attesa della mattina ,attesa finita quando due verdi infermiere sono entrate nella mia stanza e mi hanno fatto i complimenti per la mia mise ,sicuramente una mossa per ingannarmi e portare fuori il mio letto nel corridoio poi sopra un’ascensore e quindi in sala operatoria!
E cosi’ per la prima volta in vita mia ho potuto,con occhi da miope, vedere i segreti celati dalla porta aperta a pochi eletti.
Il mio timore più grande di tutta la vicenda era l’anestesia,non avendola mai provata me la immaginavo, in maniera tragica,un passaggio tra questo mondo e un altro pieno di incognite.
Ma ora che l’ho provata mi e piaciuta tanto ,ricorda molto il passaggio veglia sonno che si prova dopo il terzo giro di una corsa di formula uno alla tv,la domenica pomeriggio sul divano di casa.
Sicuramente il risveglio non é simile,la domenica l’unico inconveniente e’ il sapore un po acido del caffè post pranzo,dopo un’operazione il dolore ti riporta subito nei mondo dei vivi e senza caffè per giunta!
Già il dolore, compagno sgradito del ritorno sulla terra. Anche se ti aiutano gli antidolirifici, una parte sfugge alla chimica e si viene a sdraiare insieme a te per dividere la notte post operatoria , ricordandoti i tagli subiti.
E ora comincia a la parte meno piacevole,devi riprenderti dalla famosa operazione.
Unico modo: state nel letto e seguire le istruzioni delle infermiere. Stare nel letto per ore, quando tu sei alto quasi 1e80 e lui potrebbe ospitare al massimo un 1e60, quei centimetri mancanti li recuperi sulla diagonale del materasso,cosi cominci a vedere il mondo in maniera diversa.
E quando i carissimi compagni di strada ti vengono a trovare, loro ti vedono bene ,ma tu non te li ricordavo così di sbieco.
Un fatto che può incuriosire il neofita delle corsie come me ,é il sistema per eliminare i gas che si formano in tutti ,o quasi, i corpi sottoposti ad operazione chirurgiche.
Quando il mio vicino di letto ha espletato la cosa ,con un sonoro richiamo da caccia alla volpe, ho compreso che era valido tutto.
Peccato che per fare quei tipi di poco gentili rumori bisognava utilizzare il basso ventre,parte coinvolta nella performance chirurgica.
.Cosi’ il dolore che si poteva provare nella performance non facilitava la riuscita. Ma con tenacia, dopo alcune ore ,io rispondevo a tono al mio vicino di corsia.
. Cosi nella nostra stanza l’aria poteva risultate un pochino viziata. Tanto che la mattina l’inserviente raggiungendo e aprendo ,prima di svenire,la finestra rimetteva in circolo un’aria decisamente piu gradita.
Nei giorni seguenti al mio capezzale si alternavano i compari di tanti kilometri ,e in questi momenti si capisce quanto bene possa fare a un postoperato che sta in un letto di ospedale, vedere facce amiche.
I piu’ disgraziati dei presenti, dopo le domande di circostanza sulla salute, con battute degne di nota facevano saltare I punti di sutura al povero tapino.
Dopo quattro giorni dal fattaccio I clinici pensavano bene di rimandarmi nel mondo dei sani o presunti tali.
Se entrare in ospedale puo’ essere in qualche modo traumatico ,anche l’uscita puo’ creare qualche problemino.
Non ti senti piu coccolato dai medici e dalle infermiere,e devi tornare ai problemi della vita di tutti I giorni.
Ma che dire meglio quelli che stare in un letto d’ospedale.

Devo ringraziare tutti quelli che mi sono venuti a trovare e tutti quelli che non lo hanno potuto fare ,ma si sono fatti sentire con una gradita telefonata.Spero di rivedere tutti quanti e questa volta in maniera meno obbliqua!!!!

…alla prossima.

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