ENGADINA SWIM RUN

Engadina Swim Run
( L’incompiuta)

Le vele dei Kit Surf stampate sull’acqua del lago Silvaplana, si sposano col verde tutt’intorno, che imprime al quadro una cornice rilassante, da offrire ai visitatori.
La città di S. Moritz è dietro l’angolo, con le sue frivolezze, sapientemente organizzate in schemi di eleganza, ma l’impatto delle parentesi di acqua nell’ oceano di verde attirano tutta la ns attenzione, distraendoci dal motivo che ci ha portato nella valle di Engadina.

Siamo qui per partecipare a Engadina Swim Run, gara del circuito Otillo , che ci ha già visto presenti in quel di UTO ( Svezia) non piu’ di un mese fa.
L’allenamento è quel che è … insufficiente, come commenteremo ex post, e il mio ginocchio soffre ancora dei postumi di una pubalgia, auto-refertata e per nulla curata, se non con un rilassamento nelle ultime 3 settimane, che ha portato la mia condizione ad essere di gran lunga inferiore a quella del mio psichiatra- psicologo, che mi accompagna in questa avventura , essendo l’altra unità del team Swimmer Inside: Ferrari – Buono.
Ecco, la condizione fisica, che ovviamente caratterizza ogni competizione, tipizza in modo particolare le gare di Swim Run ufficiali del circuito Otillo, perché è probabile che il team di coppia arrivi all’evento poco coordinato nella preparazione, per gli acciacchi dell’ultima ora, affezionati a quelli come il sottoscritto, ben ultra cinquantenne, e quindi acciaccabile … a dispetto dei tentativi estremi di ancoraggio a stati e stadi di Peter Pan.
“Abbiamo fatto 42 km a Uto, in Scandinavia, in mezzo agli eschimesi, in condizioni estreme, con il freddo, la pioggia, il mare in tempesta, la febbre; che sara’ mai farne 52 Km, nella piu’ tranquilla e vicina Svizzera, di cantone tedesco (forse ci rassicura il fatto che noi non siamo Greci, anche se io posso sembrarlo … ) , con il tempo bello, in mezzo ai prati, nuotando nei laghi tranquilli … “, questo è stato il ns pensiero quando abbiamo confermato la ns iscrizione un po’ avventata, diranno i posteri.

L’appuntamento è alle 7 davanti al Post Office del paesino , dove partirà il bus per la linea di partenza della gara, ma noi ci arriviamo per un pelo, dopo aver vagato per un po’ alla ricerca del posto ( i segni del destino !).
Sul bus i piu’ completano la vestizione, mentre io e Giuseppe sembriamo assorti nei ns pensieri, assolutamente muti, quasi spaesati: svedesi, norvegesi, tedeschi, ma anche francesi e svizzeri, qualche spagnolo e qualche inglese, sono tutti molto “piazzati”, sicuramente taglia L, a fronte della striminzita S che caratterizza le ns spalle … ma siamo qui, e li guardiamo e notiamo che alcuni intendono partire spogliati della parte superiore della muta ( scelta vincente) , i piu’ furbi addirittura in body.
E’ il secondo anno che si tiene questa competizione e nell’anno dell’inaugurazione oltre il 50% dei team si è ritirato a causa del freddo, che ha caratterizzato la temperatura dei magnifici laghi ( nr. 6) di montagna da affrontare nella spedizione.
Alla fine della gara di quest’anno, invece, il garmin segnerà 36 gradi circa con oltre il 93% di umidità: ecco, la chiave di lettura di Engadina Swim Run 2015 – il caldo, anche se poi, a dirla tutta, c’e’ anche chi il caldo lo ha sopportato, riuscendo a conquistare il finisher, ma stavolta, tra i finisher, noi non ci saremo!
Succede, e non va dimenticato.

Il ns amico Diego ci aveva raccomandato di essere accorti nel primo tratto, assolutamente in salita, ma al primo scorcio, di diversi chilometri, ne succede un altro, e un altro ancora, praticamente tutta salita, con qualche improbabile e breve, ripidissima discesa, spacca gambe.

Si procede praticamente a carponi, con la muta , sotto il sole cocente, e se non ci scappa l’infarto, bisogna dirlo, è un miracolo, o forse sta nel fatto che gli atleti presenti sono molto, ma molto preparati e organizzati, anche se poi alla fine il 50% rinuncera’ durante il tragitto.
Il primo tuffo in acqua è assolutamente piacevole, e il rammarico sta nella brevità dei tratti a nuoto, che oltre a refrigerio e sollievo, ci lasciano sperare di guadagnare qualche posizione, rispetto alla dura realtà, che ci vede tra gli ultimi sin da subito.
Non è una gara di corsa e nuoto, ma una vera e propria arrampicata, con partenza da 2000 metri, in un contesto di panorama stupendo, macchiato dall’aria assolutamente rarefatta, che subito ti blocca il respiro … corro , ops cammino , a bocca aperta, e il primo effetto è che una mosca mi si fionda direttamente in gola, fungendo da primo e non desiderato ristoro.

E’ troppo tardi quando Giuseppe suggerisce di fare come molti altri, cioè di toglierci la parte superiore della muta, lo facciamo all’uscita dal secondo lago, è una buona decisione, ma forse tardiva, perché non recuperiamo.
Mi sono imbottito di Oki e di aspirine nei giorni precedenti per alleviare un fastidioso dolore sotto coscia che mi sta condizionando da qualche settimana: il dolore non c’è piu’, ma si sente il mancato allenamento ed ho poco fiato, anche se il buon Giuseppe non me lo fa pesare, consapevole che queste gare si fanno in due.

Stiamo tentando di correre, sotto il sole cocente, in un breve e raro tratto piano di montagna, quando in lontananza compare una mandria di mucche, che sembrano venirci incontro, con la propria imponenza, nel tratturo assai ristretto … sono gli spettatori che ci meritiamo, e non abbiamo nemmeno il tempo di pensare, che ecco gli animali spostarsi , uno ad uno, con assoluta disciplina, al ns arrivo, quasi in ossequio ad una regola stradale … o forse consapevoli che il fermarci avrebbe potuto significare bloccarci definitivamente, stante la ns lenta andatura.
Se le vacche sono sulla strada, i cavalli liberi e bellissimi osservano da lontano, mentre il parco di verde ci circonda tutto, e sembra di essere in una favola: fra un po’ compare Heidi, o forse sta correndo, mimetizzata da Swim Runner, beata lei.

Heidi non c’è e i monti , pur bellissimi, non ci sorridono, ma non sorridono nemmeno agli altri, che infatti alla ripidissima ed improbabile ennesima salita ecco le prime coppie tornare indietro, discendere, verso l’inesorabile ritiro.
Noi proseguiamo, invece, Giuseppe sicuramente piu’ determinato, io già incredulo di aver resistito così tanto, stante la condizione iniziale: ma siamo in ballo, e vogliamo danzare fino all’ultimo.

NewsExtra_43676Dietro di noi non c’è nessuno, anzi no, due team con cui ci alterniamo nell’ultima posizione , e malediciamo la brevità dei tratti a nuoto perché ci accorgiamo che è li’ che guadagnamo terreno, per perderlo alla fine della ennesima salita, quando chi abbiamo “asfaltato in acqua” inesorabilmente ci raggiunge.
Il garmin segna oltre 6 ore e 5600 calorie, siamo a Silvaplana, quando vediamo che la coppia che ci appena superato si ferma, si gira … e mestamente torna indietro: capiamo subito, la legge dura e nordica del cut off ha colpito, e di li a poco bloccherà anche noi: 33 Km fatti, ma ne mancano ancora quasi una ventina, ed il cancello posto ai due terzi del percorso non è stato rispettato … siamo fuori!

Valentina che ci ha seguito nell’ultimo tratto, abilissima nell’ immortalare i ns volti di passione e il quadro naturale che ci ha fatto da cornice; poteva andare meglio, ma questa gara non si improvvisa: la birra ce la beviamo lo stesso, l’anno prossimo ci riproviamo.
Onore ai finisher, è stato bello esserci.

Carlo

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