La corsa che verrà

Io intanto vado .
Stamattina non ho dato troppa attenzione alla maglia, la cosa più importante erano le scarpe e l’orologio. La maglia che più conta uno se la porta dentro con i colori delle arance e gli impercettibili forellini fatti con le spille dei pettorali (quanto sudore e ricordi in ognuno di questi !!).
Ma l’orologio quello lo voglio vedere scandire ogni minuto del tempo che finalmente mi allontanerà dai miei 100 mt. Quei 100 mt di un perimetro sbilenco in cui 13 passi erano segnavano il lato più lungo, quel perimetro che per mesi ha racchiuso fuori il presagio del contagio.
E poi le scarpe : quelle devono coccolarmi questi muscoli che si lamenteranno, per poi bisbigliare ed infine ossigenarsi con la mente, il respiro e i pensieri. E sarà tornare indietro di mesi, sarà riprendere da dove si era arrivati. Oggi mi piacerà ascoltare l’aria e i passi , sarà rinascere e stupirsi del riemozionarsi, perché ora non avrò la voglia di arrivare, ma la vorace necessità di andare, di muovere le braccia insieme alle gambe, di non mettere la fascia sulla fronte per paura di non sentire i capelli che svolazzano, di immaginarmi dietro la curva il segnalatore di una Ivv . E poi chissà, non so;sarà marciapiedi, sterrato, e sarà comunque e sicuramente il momento giusto. Perchè lo è sempre ogni volta che esci dal cancello con ai piedi delle scarpe da runner.
Io intanto ora vado

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