Mezza Maratona del Lago di Como

… ma vieni, l’ho corsa l’anno scorso vedrai che è bella! “.

A quel punto la domanda mi sorge spontanea  – comprensibilmente –  dopo 14 anni d’onorata carriera  podistica amatoriale:   “ … ma perché spendere 25 € per correre 21 km di strada asfaltata, sia pure panoramica sul lago e con un numero sul petto, quando ne posso spendere solo 2,50 € per correre la stessa distanza lungo i bellissimi sentieri in natura di Montevecchia o di Cantello , senza numero sul petto ?? “.
Lo so, appartengo alla vecchia generazione dei Catalano ( Massimo, il trombettista jazz ed indimenticabile filosofo nel programma TV  “Quelli della notte” del 1985 ).
Il suo pensiero è stato il Vangelo goliardico della mia giovinezza,  lo stesso che a 59 anni, a rigor di logica (Catalana),  dovrebbe farmi rispondere : ” no grazie, vai tu, io non vengo”.

Le società sportive di un certo livello, quelle serie intendo, quelle titolate, non si fanno mancare il supporto di un professionista psicologo,  indispensabile per gestire al meglio le performance dei propri atleti.
Naturalmente anche la mia società sportiva – della quale mi onoro di far parte – vanta una figura simile fra i suoi tecnici: infatti in P&C PODISMOECAZZEGGIO ASD, oltre al classico preparatore atletico Fidal, opera anche uno psicologo di straordinaria levatura, un personaggio meraviglioso, un uomo fidato che con un sorriso e due parole ti apre la mente facendoti sparire i dubbi (podistici) e riapparire le certezze (podistiche).
E’ l’Ideologo del bicchiere “sempre e comunque mezzo pieno”,  ad esempio:  se per caso sei stato vittima di un terribile terremoto che ti ha distrutto la casa, fatto perdere il lavoro, la moglie,  rotto entrambe le gambe e reso inservibile lo scooter  … lui riesce a convincerti che comunque sei un uomo estremamente fortunato,  nonostante quei piccoli ed insignificanti contrattempi.  (sic!)
Un Uomo Saggio, un vero Filosofo, un Guru, ed è la stessa persona che mi ha chiesto : “ … ma vieni, l’ho corsa l’anno scorso vedrai che è bella!   … e poi a Como ci andiamo in scooter!“ .
Ed io non sono stato capace di rispondergli l’unica cosa sensata:  “no, grazie”.

IMG-20160508-WA0000E così, eccomi qui sulle rive del lago di Como alla disperata ricerca di un caffè, visto che alla partenza da Busto non c’era uno straccio di bar aperto, ovviamente.
Si sa che i bravi psicologi oltre ad essere delle persone aperte, delicate e comprensive, sono anche professionalmente legate al rigoroso rispetto degli appuntamenti.
Dunque, se una corsa podistica parte alle ore 09:00 dallo stadio di Como e si presume che servano almeno 40 minuti per arrivarci con lo scooter , lo psicologo prevede di aggiungerci almeno un’ora in più per gestire il viaggio con la dovuta tranquillità, un’altra ora per tutelarsi sull’eventuale traffico ( all’alba ?) ed una terza ora per garantirsi la possibilità di trovare un parcheggio con calma ( in scooter?).
Morale , siamo partiti a notte fonda … e i bar a quell’ora sono chiusi, naturalmente.

Ma ai lettori  interessano solo le informazioni sull’evento sportivo, dunque le singolari abitudini dei bravi psicologi non sono pertinenti all’oggetto e lasciano il tempo che trovano.
Ed allora veniamo al nocciolo della questione:  vale la pena correre questa mezza maratona o no?

SaraPremetto che a Como c’era una discreta rappresentanza di P&C :  Sara (costipata e presente solo come tifosa fotografa), l’architetto Morandi con Angela, Frank! ed il sottoscritto come rappresentanti del “Gruppo Vespa”, Lucia Lalli, Marco Guerrieri, Daniele Bandera, Davide Red e Maria Rosa Tonello alla sua prima esperienza sulla mezza agonistica, brillantemente portata a termine.
Bravissima!
L’atmosfera che si respira alla partenza è quella familiar/casareccia di una normale FIASP non competitiva,  non c’è il clima da “battaglia” caratterizzato dalla consueta macchia “nera” di atleti super professionisti e veloci e non c’è nemmeno una marea di gente.       Fra i partecipanti alla mezza maratona e quelli della non competitiva di 8 km non arriviamo infatti a 1000 iscritti.p1907954455-o257249290-5
Un  numero comunque pur sempre esagerato per digerirli tutti nei primi due chilometri del percorso, uno strettissimo vialetto sulla riva del lago dove correre con passo regolare durante i primi cinque/dieci minuti è praticamente impossibile!
Ma come ricordava lo psicologo questa non è una corsa per cercare di fare il miglior tempo, obiettivo praticamente irrealizzabile, a detta di tutti,  però  è un bellissimo allenamento che ti consente di correre ammirando un meraviglioso panorama lacustre.

Ora:   a parte che se ci sono le salite ci sono di conseguenza anche le discese, dunque il tempo che si perde in salita lo si potrebbe recuperare un po’ in discesa ( il riferimento è dedicato ad una certa persona ):   su questo benedetto concetto del “panorama” –  tirato sempre fuori dagli organizzatori per magnificare le proprie gare – io c’avrei qualcosa da ridire.
Quando uno corre, si sa,  fa una discreta fatica ed il panorama non può “ammirarlo” perché in quel momento ha altro a cui pensare, al massimo può “percepirlo”.
Certo, un conto è correre in un tristissimo viale di periferia di città, un altro è correre lungo un bel sentiero immerso nel verde, lungo una spiaggia di fianco ad un mare (lago) pulito, sul costone di una montagna … ma il podista non ammira il panorama perché deve stare attento a dove mettere i piedi, sta facendo una fatica boia, dunque al massimo lo percepisce!
Se volete farmi ammirare un panorama datemi un buon prosecco a giusta temperatura ed una chaise longue per mettermi comodo,  in quel caso potrei anche godermelo per davvero ma , suvvia, smettiamola di dire minchiate sui podisti che corrono quella tale gara per “ammirare” il panorama …

p1896756467-o257249290-5Tornando alla corsa di Como devo ammettere che è un buon allenamento per le gambe , grazie ai continui saliscendi che ti fanno variare il ritmo.  Peccato che il percorso sia un avanti/indietro sulla stessa strada , il che ti fa correre per diverso tempo guardando gli atleti più veloci che sfrecciano in senso opposto.
E’ vero, hai sempre la vista lago a disposizione:   all’andata ce l’hai  a destra al ritorno a sinistra, ma non vorrei tornare sull’argomento panorama, ormai ampiamente esorcizzato.
L’avanti/indietro (podistico)  non mi è mai piaciuto, perché l’ho sempre considerato un po’ triste, noioso ed anche stucchevole:  infatti non ho mai capito perché gli atleti più lenti incitano con gioia quelli più veloci che  sfrecciano in senso contrario, mentre quelli più veloci non fanno altrettanto con la fila inversa, anzi, proprio non li considerano e corrono incazzati senza ricambiare loro nemmeno un sorriso.
Vi siete mai chiesto il perché?p1980814604-o257249290-5

A Como P&C ha vissuto anche un momento di autocelebrazione agonistica, grazie al bel podio conquistato dalla Lalli nella sua categoria:  per la nostra bravissima atleta ricciola  si è trattato di un deja vu del podio dell’anno scorso, però con un tempo finale migliorato di oltre  4 minuti.
Complimenti!

In conclusione, tornando al quesito iniziale,  la mia impressione è la seguente:  per i podisti novizi che desiderano battezzare il loro ingresso in una gara competitiva la Mezza di Como potrebbe essere una buona idea, perché la location è semplice, gradevole ed offre tutti i servizi indispensabili all’interno dello Stadio ( spogliatoi, docce e deposito borse) a due passi dalla partenza della gara.
Il percorso è impegnativo ma proprio per questo toglie l’ansia da prestazione cronometrica, l’ideale per chi vuole iniziare e desidera principalmente arrivare al traguardo.

Per tutti gli altri podisti che dire, o meglio, cosa avrebbe sentenziato il mitico Catalano?
Ma non ci piove:   “ è meglio, molto meglio  spendere 2,50 € per correre 21 km a Montevecchia o Cantello senza pettorale agonistico che spendere 25 € per correre 21 km alla Mezza di Como con un  numero sul petto.”  Perbacco!

A meno che …  e sarebbe la classica eccezione che conferma la regola … non si vada a Como in scooter con lo psicologo di P&C e non si decida di correre la gara insieme alla Lalli:   un’ora e quarantasette minuti netti di risate, humor e puro divertimento!  ( almeno per me: per la Lalli forse converrebbe chiederglielo)

Alla prossima!

Mimmo

Lalli

Le foto di Sara

Le foto di Arturo Barbieri  by Podisti.net

Comments

1 commento
  1. posted by
    Mirella Ferrero
    Mag 9, 2016

    Splendido Presi !!!
    Un racconto in cui anch’io sottolineo “ma il bel paesaggio chi lo vede ! Sempre grande fatica per me ”
    Splendida la Lalli con la quale mi complimentero’ personalmente.
    Abbaglianti tutti :quei bei colori sono da raiban anni settanta.
    Complimenti abbellii !!!!

  2. posted by
    Emilia Danneo
    Mag 9, 2016

    ? tranne la parte del psicologo mi sembra di averlo scritto io concordo su tutto ma poi la medaglia ve l’anno data…perché l’anno scorso no.. Cmq bel racconto Press

  3. posted by
    P&C Admin
    Mag 9, 2016

    Nessuna medaglia Emy … naturalmente :o)

  4. posted by
    Gioia Lucia Lalli
    Mag 10, 2016

    Qualche precisazione Mimmo…

    più che uno psicologo io definirei il mio cavaliere di scooter di domenica, un filosofo…sorridente, determinato ma delicato (tranne quando prende i dossi ‘allegramente’ dimenticandosi del passeggero che nel frattempo ha fatto un salto carpiato dalla sella dello scooter) e con una risposta ad ogni quesito della vita…

    tu non guardi i panorami naturali ma sei un attento osservatore di ‘panorami umani’ e chissà come riesci a vedere benissimo dove metti i piedi motivandomi nell’agganciare l’obiettivo da raggiungere, sorpassare ed eliminare…

    non sarò capace di recuperare in discesa (è vero, rallento, mi terrorizza) ma chi ti ha tirato come un mulo sardo in salita è stata la sottoscritta…

    hai scelto la foto più brutta per sfidarmi a duello nella prossima gara? ci sei riuscito benissimo…

    non esiste medicina migliore di sane risate e di un gruppo fantastico per allontanare le nuvole!!!!!

  5. posted by
    Franco Fogliani
    Mag 10, 2016

    Bene Mimmo. Allora, adesso che hai provato Como, l’anno prossimo ci rifacciamo Cantello, e così ci portiamo a casa pure gli asparagi.
    Uno psicologo direbbe: non c’era la medaglia, però lo zainetto non è male!!!

Lascia un commento