Parlare dopo cinque edizioni dell’Aranciolona non e’ facile.
Cosa si puo’ raccontare di nuovo, cosa si puo’ dire di una macchina organizzatrice cosi’ ben oliata che per i prossimi anni sarebbe possibile gestirla direttamente da casa!
Sarebbe l’ideale, pensate ci potremmo evitare la levataccia della domenica mattina.
Un momento……..pero’ a pensarci bene, standomene a casa avrei potuto perdere tutto il meglio della giornata di domenica.
Cosi’ facendo mi sarei perso l’arrivo del previdente Viagra che si presentava con un personalissimo WC da campo.
Voi direte un po’ ingombrante ma il previdente, ben sapendo che nel suo posto di ristoro avrebbe avuto con se un grazioso gruppo di damigelle e ben sapendo che le donne dopo aver fatto un sacco di risate in sua compagnia, avrebbero potuto avere la necessita’ proprio del posto di decenza.
Oppure perdere il ciacolare allegro delle mondine insaccatrici che il sabato precedente, guidate dalla ferrea Anna, si ritrovavano per il rito dell’insaccaggio arance.
O rischiare di perdere l’onore di collaborare nella cucina del Gerbone con il nuovo chef della manifestazione.
Gia’, proprio il famoso chef di levatura internazionale ( Esagerato?. Vabbe’ di levatura nazionale. Ancora troppo? Ok di levatura comunale ) il temuto Chef Enzo, che preceduto anche dalla fama di duro del mestolo, si rivelava invece un comprensivo gestore della cucina.
Forse essere contornato dalle sue ammiratrici piu’ fedeli che lo riempivano di premure, gli avra’ reso il compito piu’ piacevole.
Avrei potuto perdere anche l’esordio del giovanissimo Federico, figlio della Maratoneta Ale, nel duro mondo della ristorazione pedestre.
Esordio che il baldo giovine ha superato brillantemente, aiutato anche da un paio di innocui bicchierini di un corposo rosso.
Non temete il giovin virgulto non e’ un assiduo assaggiatore di vino, pero’ dovete sapere che faceva un po’ freschino e quale rimedio migliore per riscaldare l’animo e il corpo!
La perdita della visione delle spalmatrici di nutella/marmellata non puo’ essere accettata a cuor leggero, il loro pigolio mentre stendono il dolce intruglio riecheggia ancora forte e chiaro.
La visione del salone delle feste del Gerbonaire pavesato di arancione ha riempito di orgoglio tutti i partecipanti all’evento.
E quando si e’ riempito di oltre duemila, dicesi duemila, partecipanti alla marcia il centro sportivo ha dato un colpo d’occhio di un’allegra festa nazionalpodistica.
Pensate che il presi, sabato pomeriggio, gironzolava nei locali della sede e con fare sconsolato si lamentava delle poche iscrizioni giunte fino ad allora.
Pero’ la domenica mattina gongolava allegro tra un rifornimento e l’altro in sella al suo fido dueruote.
Era cosi’ contento del numero di iscritti che, sapendo della scarsita’ dei viveri per gli ultimi arrivati al traguardo, offriva il pranzo a sue spese!!!!!
Come avrei potuto perdermi le centinaia di runners che si gustavano la gustosa pasta e fagioli mesciata con fare professionale dal duo Tizi/Maxdebe, oppure le dispensatrici di Te Mire/Lella & company.
La visione dello chalet in legno, dove i delegati Fiasp rilasciavano gli ambitissimi cartellini giornalieri, che dava un immagine montana della location era imperdibile.
Non avrei potuto ammirare il cipiglio napoleonico di Cobra, con all’orecchio il cellulare, che dava precise indicazione ai vari reparti disposti sul percorso che si specchiava sullo schiumoso Olona.
La lunga coda dei partecipanti che, pazientemente, attendevano il loro turno per ritirare il colorato sacchetto delle arance dava la misura della riuscita della mattinata podistica.
Gli occhi di tutto lo staff, a causa della levataccia, si chiudevano con effetto tendine, mentre si gustava il risotto cucinato in modo pregevole dallo Masterchef Enzo.
E guardando la foto di rito con tutti i partecipanti alla quinta avventura come posso pensare di starmene a casa l’edizione numero sei!
Ci vediamo li dunque e grazie ancora a tutti voi !