Quando Valentino parlava della maratona di Roma lo vedevo illuminarsi. Mi fido del giudizio degli amici. So bene che certe emozioni non si possono spiegare con le parole. Ho voluto provare di persona. Sono salito sul treno, già convinto che mi sarebbe piaciuta.
Questa corsa inizia ed arriva al Colosseo. Quando è partita mi sono sentito un gladiatore, correvo a testa alta, senza forzare, pensavo alle persone che duemila e rotti anni fa avevano corso e camminato per queste strade, come me, forse addirittura sulla stesse pietre. Pensavo a come, anche loro, avevano sofferto e gioito. Mi sentivo nella storia. Adesso c’ero io, mi divertivo, ho aspettato ad accendere la musica. Non ne sentivo bisogno. Ascoltavo i miei muscoli che mi dicevano: bravo vai piano, non allungare, goditi la giornata. Sentivo parlare spagnolo, francese, lingue che non conoscevo. Vedevo corridori di ogni tipo, tutti sorridenti. Tutti, come me, sentivano la magia di quelle strade. Quando siamo arrivati eravamo cotti, ma, tutti, più o meno, avevamo l’espressione di Russel Crowe, una macedonia di stanchezza, soddisfazione e felicità.
La maratona di Roma bisogna provarla, non si può raccontarla. L’anno prossimo non ci tornerò, perchè non è mia filosofia rifare una maratona, ma non me la dimenticherò facilmente.
Comments
1 commentoSabrina
Apr 20, 2016Se mi assicurate che ci sarà Russel Crowe, il prossimo anno verrò anch’io ;o))
Sabbry
Mirella Ferrero
Apr 21, 2016Bravo Frank!! Hai saputo benissimo esprimere l’insieme di emozioni.io l’ho corsa due anni fa e l’imbocco improvviso di Via della Conciliazione con l’imponente apparire della Basilica ..oppure la maestosità all’arrivo del Vittoriano…lasciano un impronta importante nel cuore per l’emozione sentita…una Maratona da fare insomma…
Valentino Ronchi
Apr 23, 2016Sti cazzi Frank!